Corsica: Lo Strumento Primordiale

A pagina 85, l'articolo di Alessandro Michelucci

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10/2/20082 min leggere

OTTOBRE 2008

Corsica:

'Lo strumento primordiale'

A pagina 85, di Alessandro Michelucci:

Il primo strumento è stata la voce. Poi sono venuti gli altri: dalle percussioni alla chitarra, dai fiati alle tastiere. Di conseguenza la voce ha assunto un ruolo secondario, e in certi casi è stata addirittura accantonata.

Comunque non sono mancati artisti che hanno esplorato le possibilità della voce per restituirle il ruolo di strumento originario.

Basti pensare a Joan La Barbara, che nel 1976 incise un LP intitolato proprio Voice is the Original Instrument (Wizard Records),

oppure a Cathy Berberian, o a Meredith Monk. Tutte donne: sarà un caso, ma anche la proposta più

recente in questo campo viene da una donna.

Stiamo parlando di Romina Daniele (www.rominadaniele.com), una giovane cantante nata a Napoli nel 1980 e residente a Milano da qualche anno. L'artista napoletana (nessuna parentela con Pino Daniele) rappresenta una delle novità più interessanti e autonome del panorama musicale italiano. Il fatto che utilizzi la voce come uno strumento la proietta in un territorio che pochi hanno voluto esplorare.

Qualcuno potrebbe essere tentato di avvicinarla ad Alan Sorrenti, che nei primi anni Settanta cercò di lavorare sulla voce con risultati interessanti. Ma sarebbe un errore: Romina Daniele si muove in un territorio diverso da quello del cantautore anglonapoletano, che pur usando la voce come uno strumento restò sostanzialmente legato alla logica della canzone.

L’esperienza di Romina Daniele richiama invece quella di Demetrio Stratos, un geniale cantante di origine greca che visse in Italia una lunga e feconda stagione artistica, partendo dal rock pe approdare alla sperimentazione più radicale.

Non è quindi un caso se l'artista napoletana ha vinto la seconda edizione del Premio Demetrio Stratos (2007), istituito per ricordare. Il grande artista ellenico.

Poco dopo è uscito Aisthànomai (autoproduzione, 2008), che ha stimolato una notevole attenzione da parte della stampa specializzata. Ma già due anni prima, con Diffrazioni sonore (autoproduzione, 2005), la. musicista aveva posato il primo mattone del suo edificio sonoro e concettuale. Aisthanomai continua quella strada chiarendone i contenuti e gli obiettivi. Non è soltanto un disco, ma un lavoro complesso nel quale suono, teoria e poesia si intrecciano felicemente dando vita a un risultato coerente e compiuto. Alla particolarità estrema dell'approccio vocale si accompagnano lunghi testi: la ricerca vocale si sposa con quella poetica.

Il disco non cade "nelle false acque dell'anticonformismo", come si legge nel volumetto che accompagna il CD. Romina Daniele rifiuta di essere catalogata come un'artista d'avanguardia, perché questa parola le pare vuota ed abusata. La sua ricerca è diretta alle origini del suono, non verso un ipotetico. Futuro. Nel volumetto accluso al disco spicca un lungo testo dove Romina ha raccolto numerose considerazioni filosofiche e musicali. In genere, quando ci si trova davanti a un esordiente notevole, si usa dire che "è nata una stella". Ma la cantante di Aischânomai è lontana anni luce dalla logica commerciale. Nel suo caso dobbiamo dire che "è nata una voce".