Intorno al brano Resonance ho scritto numerose e cruciali pagine del libro Voce Sola, attualmente in fase di conclusione. Di queste pagine molto cariche, dell'inizio del capitolo intitolato «L'in-nato e la risonanza», segue qui un breve estratto.

I richiami ad alcuni concetti della filosofia contemporanea non sono dunque fini a se stessi, e sebbene ora siano enucleati sinteticamente, il loro senso si dispiega solo alla luce dell'intera ampia trattazione, il cui riferimento è costante.

In particolare, le espressioni che si riportano in corsivo corrispondono a discussioni estese e radicate nel libro da cui il presente estratto, e solo in parte ai concetti ben cari alla filosofia contemporanea.

Dalla crucialità del brano deriva la realizzazione del video, e quella di ciò che è stato scritto. [Romina Daniele]

DAL LIBRO PROSSIMO ALLA PUBBLICAZIONE VOCE SOLA. SAGGIO INTORNO AL DISCORSO VOCALE (ROMINA DANIELE, RDM. Tutti i diritti riservati).

Resonance, composta tra il 2009 e il 2010, fa parte della prima fase di lavoro del progetto nominato Spannung, e al primo gruppo di brani composti prevalentemente con masse microvariate di suoni di sintesi. Saltando sui tre registri, la voce si rapporta ai suoni di un basso, enunciando quattro parole, da Derrida che scrive su Antonin Artaud, del passo originale in lingua francese: LeTTRe [lettera] Être [essere] AuTRe [altro] ÊTRETÉ [esseità].[J. Derrida, Forcener le subjectile, Munich, Schirmer/Mosel Publishers; tr. it. Antonin Artaud, Forsennare il soggettile, Milano, Abscondita, 2005, p. 78.]

Le parole, che si trascrivono nell'esatta forma grafica in cui Derrida le scrive, rimandano con un grado di sintesi concettuale estremamente elevato a tutto quanto detto [nelle pagine precedenti del saggio da cui il presente testo è tratto] intorno al linguaggio e al pensiero,all'essere, all'altro, e ciò che ora diremo sull'esseità o soggettile. In particolare esso implica quanto evocato con il brano Necessity (part I) intorno all'essenzialità del pensiero derridiano.

La forma grafica mira ad indicare gli «atomi letterali» intorno alla lettera R e alla sillaba TR, «sotto forma di protesta firmata (signée), registrata (consignée), controfirmata (contresignée) di traverso, nelle dure consonanti del firmatario, contro la “falsa esseità”», tendendo a, lavorando per, una più vera, originaria, esseità; rispetto alla logica e allo stato di cose ordinario della macchina secolare e della contaminazione più recente; di fronte alla nullità dei quali d'altra parte la più propria ovvero autentica ricerca è necessaria.

Nel grado di sintesi concettuale estremamente elevato di tutto quanto detto [nelle pagine precedenti del saggio da cui il presente testo è tratto] intorno al linguaggio, all'essere, all'altro, e ciò che ora diremo sull'esseità o soggettile, c'è il rimando al rimando di senso, nei termini indicati, da cui l'intitolazione Resonance.

Il rimando essenziale, il continuo scarto, la continua differenza, riguardano il movimento strutturale più profondo e ininterrotto del senso al di qua del che-cosa e di qualunque cosa fissata: il rimando del senso al senso la cui articolazione è la comprensibilità e il cui articolabile è il senso come evento. Ciò secondo quanto indicato più sopra [nelle pagine precedenti del saggio da cui il presente testo è tratto] tra Heidegger e Foucault, Derrida e Deleuze, e secondo la prospettiva di Ejzenštejn che già aveva parlato di risonanza e così della relazione tra quest'ultima e il ritmo, e tra la sensazione e il ritmo da cui la stessa risonanza come rimando, sulla quale dal punto di vista strettamente musicale pure torneremo a breve.

La risonanza implica e comprende il continuo rimando di senso al senso, l'oggetto strutturale più autentico, l'apertura necessiariamente ininterrotta delle possibilità di comprensione esistentiva autentica; non già come tema della rappresentazione musicale con riferimento al brano Resonance, ma piuttosto come rimando alla sintesi concettuale delle quattro parole enunciate. In stretto rapporto con l'esseità o soggettile, intorno al quale dunque ora scriveremo, essa è la tensione del fatto, la forza dell'essere, il movimento stesso della forza da cui il complesso stato di forze, la totalità strutturale temporalmente originaria di mezzi e livelli che noi stessi siamo e che andiamo cercando, con ogni mezzo. La temporalità originaria a sua volta è possibile nella risonanza tra la sensazione e il rimando, fatto che non è connesso già ai meccanismi abituali topici per cui una composizione si può definire basata su relazioni figurativo-narrative consequenziali e logiche o all'opposto dialettiche oppure astratte; bensì il fatto qui è connesso con la totalità di mezzi e livelli stessa, con la multiserialità strutturale – nei termini indicati [nelle pagine precedenti del saggio da cui il presente testo è tratto] a livello di oggetto più profondo al di qua della formalizzazione e della concezione ordinaria dell'opera d'arte; secondo la quale l'oggetto-opera è fatto da un soggetto che nella scelta formale esprime il suo dentro, e così è destinato ad una fruizione di genere da parte di altri soggetti. Il fatto non è dunque percepibile con l'analisi delle forme o dei presunti processi di significazione o di non-significazione. Esso è la vibrazione inaggirabile che pure stringe rapporti diversi ai molteplici livelli con i topoi delle abitudini del linguaggio e della percezione.

Resonance

Dasein I.I e Resonance, sono anche scritti relativi e saggi dal libro Voce Sola, attualmente in. produzione. (Clicca sui nomi per approfondire.)

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