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Percepire La Coscienza

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4/18/20082 min leggere

APRILE 2008

Insound Magazine:

Percepire la Coscienza

A pagina 16, l'articolo di Claudia Galal:

Romina è un'artista. Imbrigliare la sua fuorviante, oltre che riduttivo. Alla fine dell'anno scorso ha completato la realizzazione del suo secondo disco per voce ed elettronica, Aisthanomai, Il Dramma della Coscienza, che è stato da poco pubblicato. Questo lavoro segue il precedente Diffrazioni Sonore (2005), una sorta di esplorazione delle potenzialità vocali, per cui ha ottenuto il Premio Internazionale Demetrio Stratos per la Sperimentazione Musicale (sezione Nuovi Progetti).

Nella stessa edizione il riconoscimento alla carriera veniva assegnato alla grande artista americana Dia-manda Galas, alla quale spesso Romina viene accostata nonostante la diversità delle rispettive esperienze artistiche.

Aisthànomai raccoglie il lavoro e lo studio di due anni, durante i quali Romina ha affrontato con curiosità e coraggio intellettuale i territori impervi della poesia, della sperimentazione musicale e vocale, del teatro, delle arti visive, avvalendosi della propria preparazione sia nel campo musicale che in quello della storia e metodologia dell'arte, dell'estetica e delle teorie del cinema. La ricerca sul suono e l'esplorazione delle dinamiche, delle frequenze, l'intreccio e il conflitto delle onde sonore, non solo armoniche, sono gli elementi di primo piano del disco, che rispecchiano la personalità profonda di questa artista poliedrica.

La voce non è usata semplicemente come uno strumento, perché la voce, come scriveva la stessa Romina per accompagnare Diffrazioni Sonore, non vuole suonare come uno strumento: "essa non ha sinonimi né mezzi, è atto-azione-processo: starci, essere, presenza, coscienza" mentre "lo strumento musicale è un mezzo, un intermediario. In questo caso, *quello elettronico è il mezzo usato come contesto per la sua vocalità cosi particolare. Soltanto cosi, continua Romina, la voce "si tira fuori dallo stantio discorso fuorviante che la relega alla concezione conservativa della musica oggi e dal concetto della ormai logora, vecchia, strumentalità". Nel nuovo disco la voce domina un universo segnico in cui melodie antiche e antichi richiami convivono con tecnologie contemporanee di composizione, guidando una perlustrazione dei territori della percezione e dei suoi processi. Se Aisthànomai è il verbo greco che sta per "percepire", qui sono il testo e l'elettronica a risaltare all'orecchio, a essere appunto percepiti: alle creazioni vocali del testo poetico (interamente scritto da Romina) sono applicate le elaborazioni digitali di suoni non vocali. Il modo in cui quest'artista dispiega la propria vocalità, può liberare le concezioni di musica e di testo applicato alla musica. Si tratta sicuramente di una via interessante da tentare. L'ascoltatore è inchiodato in un confronto aperto con se stesso, in quello che è appunto "il dramma della coscienza", portato in superficie da Romina Daniele attraverso la dialettica tra costruzione e destrutturazione. tra composizione e istinto. Come se lo scopo di Aisthànomai fosse la ricerca della consapevolezza umana o la spiegazione della mancanza di essa.